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martedì 6 luglio 2010

Chirurgia plastica: la "rimozione dei volti"


La chirurgia estetica contro l’invecchiamento sta portando verso una “cancellazione” del volto adulto, e quindi della sua storia e del suo passato.
E forse anche delle sue relazioni sociali.
Ne abbiamo parlato con Lorella Zanardo, autrice del documentario “
Il corpo delle donne”. 

Si parla tanto di chirurgia plastica, si parla tanto di “antiage” e di come combattere i segni dell’invecchiamento, soprattutto raggiunta e superata una certa soglia d’età. Ma non si parla mai di quanto tutto questo potrebbe cambiare la nostra vita, la nostra psiche, i nostri rapporti sociali. Perché, pensiamoci bene, quando parliamo con qualcuno, quando ci rapportiamo con qualcuno, chiunque sia, ci mettiamo la faccia, la nostra faccia. Cosa può succedere quando quelle stesse persone si ritrovano davanti una faccia che non è più la stessa? Un viso con altri connotati, con altre caratteristiche, senza i segni di un tempo che dovrebbero avere tutto il fascino dell’esperienza e di una vita vissuta con intensità?
In realtà, quando noi stesse ci troviamo di fronte a un viso tanto cambiato, cambiato non dalla natura ma dalla chirurgia estetica, tendiamo ad allontanarlo, ed è così per tutti. Perché percepiamo come un cambiamento di identità, dietro alla modificazione di un volto. Certo, se le modifiche sono “lievi” potremmo anche faticare a riconoscere un volto tanto diverso da quello di prima. Ma come al solito l’abuso potrebbe portare a conseguenze sociali del tutto inaspettate. Di questo, non si parla mai. E non si parla nemmeno del fatto che invecchiare può avere dei lati positivi, deve averli; nella nostra società invece sembra che avanzare con l’età ci tolga dei pezzi di vita, invece di aggiungerli. Dobbiamo rimanere 25enni per sempre, sembrano dirci tutti, soprattutto se siamo donne. Eppure un tempo, chi arrivava ad essere vecchio, era considerato saggio e rispettabile.
Ne abbiamo parlato con Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne”, che ha analizzato non solo la mercificazione indegna del corpo femminile nella televisione italiana, ma anche il “dogma” secondo cui per la televisione e quindi per la società dell’immagine, invecchiare non è concesso.
Lorella però si è interrogata, forse per la prima volta, sui possibili effetti psico-sociali di un fenomeno che potrebbe definirsi “la rimozione dei volti”.
Cosa ne pensa della chirurgia plastica? 
E’ lecito utilizzarla e quando invece diventa una distorsione della realtà?
Questo è un tema interessantissimo e anche molto nuovo. Perché si parla spesso dell’uso del corpo delle donne ma poco si parla della cancellazione dei volti. Io non vorrei entrare nella decisione individuale che compete a ognuna di noi, se rifarsi o meno, e devo dire che non trovo nemmeno interessante tutto il dibattito che è in corso sul fatto che una persona rifatta chirurgicamente sia più o meno bella; anche qui io credo che dipenda dalla scelta individuale, su cui ognuno di noi è libero. Però sarebbe importante iniziare un dibattito generale sul significato sociale della rimozione dei volti. Come cambiano le nostre relazioni , come cambia il mondo se noi ipotizziamo che i volti adulti scompaiano? Faccia, viene da fare e noi non ci riflettiamo mai abbastanza. Io faccio la mia faccia, sono io che l’ho fatta e sulla mia faccia c’è la mia storia, il mio passato. Se io decido di cancellarla, come cambierà la mia relazione con gli altri? Ecco io credo che se questa riflessione fosse portata a livello sociale, se se ne parlasse, forse anche molte persone che cercano nella chirurgia estetica un modo per sentirsi meno sole e più evolute, ci penserebbero, perché spesso accade che dopo la chirurgia estetica, nel cancellare completamente una faccia, ci sia invece una reazione da parte degli altri di allontanamento, ci sia verso chi è operato chirurgicamente, chi ha cancellato il volto, una sorta di timore ad avvicinarlo, come se non gli si riconoscessero più i tratti dell’umano. Sono riflessioni profonde e importanti, che sarebbe ora di affrontare in un dibattito sociale.
Perché le donne non vogliono più invecchiare? 
E’ veramente colpa della tv? 
O i modelli di bellezza da emulare a tutti i costi provengono anche da altre fonti?
Questa è la società dell’immagine, dobbiamo essere belli ad oltranza e questo sta diventando vero anche per i maschi. Per noi donne oggi è durissima invecchiare con la nostra faccia, perché siamo circondate da giornali, riviste, televisione, cinema che sembrano dirci che oltre i 30 anni nessuno ci guarderà più. La pressione su di noi è terribile, ancor peggio per una donna dello spettacolo. Le donne devono fare un lavoro di autostima, di centratura su se stesse per poter reggere in questa società anche con la propria faccia; bisogna riempire di significato le nostre facce, bisogna dare fascino alle nostre facce che invecchiano. Se questo lavoro non viene fatto, l’invecchiamento diventa un orrore, inevitabilmente. Qualcuno dovrà dire alle donne che l’autostima non è detto che si recuperi con la chirurgia estetica. La soluzione al problema dell’insicurezza, derivante dall’esposizione a continui modelli di bellezza e perfezione, sembra quindi quella di un lavoro introspettivo da compiere fin da ragazze, un lavoro che ci sappia rendere forti e consapevoli, che ci renda orgogliose del nostro corpo anche se imperfetto e anche se incline al naturale decadimento. La chirurgia plastica non è un demone da bandire a ogni costo, ma come tutte le cose va utilizzata con moderazione e soprattutto nella piena consapevolezza che non si tratta di uno strumento risolutivo, ma di una scelta ragionata e responsabile, che ognuna di noi può compiere liberamente, non come ancora di salvezza dalle nostre insicurezze, ma come plus a cui ricorrere senza alcuna sofferenza di fondo.

fonte
http://www.pianetadonna.it/salute/benessere/chirurgia-plastica-la-rimozione-dei-volti.htm

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