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giovedì 22 luglio 2010

Il prezzo della libertà. Quanto costa rimanere liberi dagli OGM



Sondaggi d’opinione effettuati in molti paesi a livello mondiale hanno ripetutamente dimostrato come la maggioranza delle persone sia preoccupata rispetto alla sicurezza degli alimenti geneticamente modificati, e chieda che, se messi in commercio, vengano opportunamente separati e chiaramente etichettati (Harris
Poll (2004), Commissione Europea (2001), Yomiyuri Shimbum (1997) ecc.). Così il mercato, la sicurezza e la politica spesso richiedono che le coltivazioni
geneticamente modificate siano mantenute separate da quelle convenzionali e biologiche.
L'onere per i sistemi di produzione alimentare originato da colture geneticamente modificate, impone costi per gli agricoltori, i commercianti, l'industria alimentare e,
in ultima analisi, il consumatore finale. In una prospettiva più ampia, i costi generati da colture geneticamente modificate si riflettono nei maggiori mercati delle
granaglie. Dal 2000, il Tokyo Grain Exchange ha in essere un mercato dei futures di soia non-Ogm, i quali hanno costantemente mantenuto un prezzo superiore rispetto
agli altri titoli di soia (TGE, 2009). Ciò riflette sia la domanda dei consumatori orientata verso alimenti non modificati geneticamente, che costi aggiuntivi per gli
agricoltori convenzionali, per impedire le contaminazioni da parte di soia Ogm. 



Incremento dei costi per i produttori di semi 
Il costo degli Ogm inizia a formarsi a livello della produzione delle sementi per la vendita. I semi Ogm, è noto, sono più costosi di quelli convenzionali; quello che invece non si sa, è che fanno aumentare anche il costo dei semi convenzionali.
A causa del rischio di impollinazione incrociata tra varietà Ogm e non-Ogm, i produttori di sementi convenzionali devono attivarsi e intervenire per evitare
le contaminazioni. Questi interventi devono essere eseguiti in modo rigoroso per evitare la contaminazione da Ogm, come è successo ad esempio in Cile, dove mais Ogm coltivato per la produzione di sementi da esportare, ha contaminato semi utilizzati localmente (INTA, 2008). Gli scienziati della Commissione europea hanno stimato che se colza Ogm venisse introdotta in Europa, preservare la produzione di sementi di colza convenzionale dalla contaminazione, aumenterebbero del 10% i costi di produzione delle sementi (Bock, 2002).



Aumento dei costi per l’agricoltore
A livello di azienda agricola l'ingegneria genetica impone un'altra serie di costi, inclusi quelli per mantenere nel tempo fisicamente separate le coltivazioni Ogm da quelle non-Ogm sul campo, prima e dopo il raccolto. Ad esempio se una seminatrice (macchina utilizzata per mettere a dimora i semi), viene utilizzata per entrambi i tipi di sementi, dovrà essere ogni volta pulita accuratamente, con i costi che questo comporta a causa dellamaggioremanodopera necessaria. L’alternativa per gli agricoltori è quella di piantare i semi convenzionali dopo i semi Ogm; questa tecnica però, comporta che l’agricoltore debba poi vendere una parte del raccolto non-Ogm al prezzo di quello Ogm, a causa della potenziale contaminazione. Prevenire la contaminazione da Ogm, comporta inoltre spese per la pulizia di altre attrezzature come mietitrici, camion, silos di stoccaggio ed essiccatori. Un altro costo aggiuntivo causato dai semi Ogm è il controllo delle piante spontanee. Quando varietà convenzionali sono piantate nello stesso campo o vicino a campi dove sono state coltivate varietà Ogm, semi geneticamente modificati caduti o portati dal vento possono germinare. Una volta che ciò è avvenuto le piante devono essere eliminate con diserbanti o abbattute prima della fioritura, per evitare la contaminazione delle colture convenzionali. L’eliminazione delle piante spontanee può essere molto costosa per gli agricoltori. Uno studio canadese, che ha proiettato gli eventuali costi in caso di introduzione di frumento Ogm, ha dimostrato come questa singola voce di spesa risulterebbe essere la maggiore ad incidere sul bilancio dell’azienda agricola, ammontando a 5,15 dollari canadesi a tonnellata (con una soglia di contaminazione dello 0.1%) (Huygen 2003). La cifra, secondo il Canadian Wheat Board, corrisponde al 3,96%dei costi sostenuti dall’azienda per il frumento nell'anno in cui è stato effettuato lo studio (varietà: red spring straightwheat).




Aumento dei costi per lo stoccaggio e la distribuzione
I raccolti devono essere tenuti separati durante il tragitto dal campo ai silos di stoccaggio e nei vari passaggi attraverso i canali di distribuzione fino alle imprese di trasformazione alimentare. Anche in questo caso le colture Ogm impongono delle penalità sul prezzo delle colture convenzionali, che devono essere tenute separate da quelle Ogm. L'ammontare dei costi che graverebbero sulle aziende agricole e sui canali di distribuzione varia in base al tipo di coltivazione e alla collocazione geografica. Il costo totale per mantenere le coltivazioni di frumento convenzionale non contaminate da Ogm è stato stimato intorno al 5,4-6%dal campo alla catena di trasformazione alimentare (Huygen et al 2003). Altri studi recenti comprendono una stima del 2006 che definisce del 5-9%, sul totale del costi in azienda, l’incidenza dei costi di prevenzione dalla contaminazione della colza esportata dall’Australia occidentale (Crowe 2006). Una stima fatta nel 2009 dei costi in Europa conseguenti ad un’eventuale introduzione di colza Ogm, fa notare come questa porterebbe l’incidenza delle spese sui produttori di semi, sugli agricoltori e sui canali di distribuzione al 21%del prezzo di produzione (Menrad et al, 2009).




Aumento dei costi per i produttori alimentari 
Infine, se i trasformatori alimentari devono gestire separatamente i raccolti Ogm
da quelli non Ogm, come i consumatori e gli obblighi di etichettatura
frequentemente richiedono, si inserisce un ulteriore livello di costi. Uno studio
del 2009 sui costi dell'industria tedesca, ha stimato un costo aggiunto fino
al 12,8%per la colza, al 4,9%per la barbabietola da zucchero e al 10,7%
per il frumento (Menrad el at, 2009). Questi costi sono da aggiungersi a quelli
per la produzione e a quelli per la commercializzazione.





Costi per evitare gli Ogm 

Invece di separare granaglie e cereali Ogm da quelli convenzionali, alcuni produttori alimentari (in particolare in Europa) evitano di acquistare ingredienti Ogm. Anche questo comporta ulteriori costi, perché le aziende devono verificare la conformità delle politiche mirate al non utilizzo di Ogm. Uno studio del 2007 ha analizzato le spese sostenute dai produttori alimentari tedeschi per evitare l'uso di colza e mais Ogm. Queste aziende hanno specificato una serie di costi affrontati per poter produrre alimenti senza Ogm. I costi più citati sono quelli relativi al campionamento e alle analisi di laboratorio dei prodotti importati, quelli per la gestione della necessaria documentazione supplementare e il correlato maggior lavoro. I produttori, per ottenere colza e mais senza Ogm, hanno dichiarato una forbice di spesa molto ampia,
stimata tra 2,46 e 23,70 € per tonnellata metrica (Gawrun 2007). 


Gli oneri che le sementi Ogm impongono agli agricoltori, ai commercianti e all’industria alimentare sono significativi e sono stati rilevati da studi effettuati in diverse parti del mondo. I costi sono sostenuti ad ogni livello del sistema produttivo, dalla produzione delle sementi fino alla trasformazione degli alimenti. Questo problema riguarda attualmente il commercio di importanti materie prime (mais, soia e colza), e potrebbe aumentare ulteriormente il proprio impatto se verranno approvate nuove coltivazioni Ogm.


Fonti
Anonymous (1997). Survey on Genetically Engineered Agricultural Products, Yomiyuri Shimbum,
26 April 1997. Results available in English at the Roper Center Japanese Public Opinion
Database. http://www.ropercenter.uconn.edu/jpoll/JPOLL.html
Bock A-K, Lheureux K, Libeau-Dulos M, Nilsagard H and Rodriguez-Cerezo E (2002). Scenarios
for co-existence of genetically modified, conventional and organic crops in European agriculture.
European Commission Joint Research Centre, May 2002.
Crowe B and Pluske J (2006). Is it Cost Effective to Segregate Canola inWA? Australasian
Agribusiness Review, V. 14. 2006.
European Commission (2001). Europeans, Science, and Technology. Eurobarometer 55.2.
Gawron J-C and Theuvsen L (2007). Costs of Processing Genetically Modified Organisms:
Analysis of the Rapeseed and Corn Industries. 47th Annual Conference of the German
Association of Agricultural Economists. September 2007. http://purl.umn.edu/7601
Harris Interactive (2004). Harris Poll #49: Genetically Modified Foods and Crops: Public Still
Divided on Benefits and Risks. 2 July 2004.
Huygen I, Veeman M and Lerohl M (2004). Cost Implications of Alternative GM Tolerance Levels:
Non-Genetically ModifiedWheat inWestern Canada. AgBioForum 6, pp. s169-177.
Menrad K, Gabriel A and Zapilko M (2009). Cost of GMO-related co-existence and traceability
systems in food production in Germany. International Association of Agricultural Economists
Conference Paper, Beijing, 16-22 August 2009.
Tokyo Grain Exchange (TGE) (2009). Monthly Trading Data.
http://www.tge.or.jp/english/trading/tra_m01.shtml



fonte articolo
greenpeace
http://www.greenpeace.org/italy/

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